Una vacanza in Salento nel segno dell’arte
Distese di secolari uliveti cinti da caratteristici muretti a secco, frantoi ipogei, masserie e spiagge incantevoli lambite da acque straordinariamente cristalline: questa è l’essenza paesaggistica salentina che fa da cornice a un altrettanto straordinario patrimonio storico e artistico. Viaggiando da nord a sud di questo assolato territorio a sud della Puglia, si incontrano chiese, monumenti ed eleganti palazzi che l’uomo, sin dai tempi più antichi, ha plasmato mettendo a frutto il suo genio artistico.
L’arte della Terra di Otranto
La prima testimonianza artistica in Salento è invero antichissima e va ben oltre lo stile romanico o barocco, che hanno comunque reso famoso questo territorio: si tratta della Grotta dei Cervi a Porto Badisco, dove è conservato il ciclo pittorico neolitico più grande di tutta Europa. La cavità può essere considerata come una Cappella Sistina della preistoria, con pitture rupestri risalenti al 3000-4000 a.C. Le immagini relative alla Grotta dei Cervi riportano scene di caccia, sciamani, spirali dal significato misterioso e impronte di mani di bambini vissuti millenni or sono.
A 10km da Porto Badisco sorge Otranto, una delle più belle cittadine salentine: si affaccia sulla costa adriatica e tra le sue mura custodisce un pittoresco centro storico che si stende all’ombra del Castello Aragonese, risalente alla fine del ‘400, fonte di ispirazione dell’omonimo romanzo gotico di Horace Walpole. A due passi dal Castello Aragonese si trova la Cattedrale di Sant’Annunziata, eretta nel 1088 in uno splendido stile romanico pugliese: all’interno si resta esterrefatti dal mosaico pavimentale che occupa praticamente l’intera chiesa e rappresentante l’Albero della Vita. Si tratta di una sorta di percorso iniziatico che l’uomo deve compiere per raggiungere la salvezza, e “leggendo” il mosaico si possono scorgere figure storiche e mitologiche, da Alessandro Magno a Noè, da Artù alla dea Diana.
Non lontano da Otranto ci sono poi Acaya, splendido esempio arrivato fino ad oggi di cittadella fortificata rinascimentale nell’Italia meridionale, e Castro, dove sono visibili i resti del Tempio di Minerva che, a detta di Omero, Enea avvistò durante la sua navigazione in fuga dalla distruzione di Troia, sbarcando poi proprio sulle coste salentine di Castro Marina.
Alla scoperta del barocco leccese: da Lecce a Gallipoli
In Salento il barocco arrivò intorno al ‘600 durante la dominazione spagnola, trovando la sua massima espressione a Lecce: nel suo centro storico questo stile ricco e sfarzoso decora quasi ogni chiesa, palazzo e piazza, impreziosito poi dal pregevole uso di quella pietra leccese che al sole si colora d’oro. La Basilica di Santa Croce è il simbolo indiscusso del barocco leccese e la sua facciata incanta i visitatori, con il suo tripudio di sculture e fregi in pietra che circondano il meraviglioso rosone in stile romanico. La basilica sorge accanto all’ex convento dei Celestini e a due passi da Piazza Sant’Oronzo dove, all’ombra della colonna con il santo patrono in cima, si stende l’Anfiteatro Romano, risalente al II d.C. che, benché ancora in parte coperto dal manto stradale, rivela ancora oggi tutta la sua imponenza.
Uno dei gioielli indiscussi del patrimonio artistico del Salento si trova a Galatina e si tratta della Basilica di Santa Caterina D’Alessandria, costruita alla fine del ‘300 per volere di Raimondo Orsini Del Balzo: all’interno dell’edifico religioso, dove spicca uno splendido esempio di arte romanico-gotica, è possibile ammirare un ciclo di affreschi realizzati da artisti della scuola di Giotto.
In un tour tra l’arte del Salento, non si può non includere la tappa di Nardò: in Piazza Salandra, al centro della quale svetta per ben 19 mt la Guglia dell’Immacolata, si affacciano edifici barocchi come il Palazzo dell’Università e il Palazzo del Sedile, risalenti rispettivamente al XVI e al XV secolo.
Ultima tappa non può non essere Gallipoli, la perla salentina affacciata sul Mar Ionio: il centro storico sorge su un isolotto collegato al resto della città da un ponte, all’imbocco del quale si scorge una fontana risalente presumibilmente al XVI secolo e decorata con una serie di bassorilievi a tema mitologici. Le mura che cingono il cuore antico di Gallipoli sfociano nel Castello Angioino e custodiscono all’interno tesori come la barocca Cattedrale di S.Agata, con la facciata in carparo, e la Chiesa di S.Francesco, all’interno della quale si trova la statua del Mallandrone, ossia il ladrone cattivo crocifisso accanto a Gesù e il cui ghigno malefico ha portato il grande letterato D’Annunzio a definire la statua “di un’orrida bellezza“.