Torre Suda e la leggenda di Villa Schito
Il Salento è una terra misteriosa e affascinante, che riesce a stupire il viaggiatore grazie alle sue bellezze paesaggistiche, ma anche alle interessanti meraviglie architettoniche. Queste ultime si trovano lungo tutta l’area salentina e costituiscono uno dei punti d’interesse principali per il visitatore. Folklore e cultura popolare hanno contribuito a rendere alcuni di tali esemplari ancora più suggestivi, in virtù di storie intrise di elementi sorprendenti. È senza dubbio il caso di Villa Schito, una costruzione molto particolare situata a Torre Suda. Questa località sorge sulla costa Jonica ed è lambita da una scogliera frastagliata, sulla quale spicca proprio Villa Schito. L’edificio rappresenta uno dei rari esempi di villa realizzati in stile moresco: tra le dimore storiche della penisola salentina, questa è sicuramente una di quelle che si sono conservate meglio. All’interno di un contesto paesaggistico composto perlopiù da masserie e ville in stile tradizionale leccese, l’architettura di Villa Schito ha sempre generato molta attenzione, distinguendola dagli altri edifici e catalizzando l’interesse della popolazione locale, nonché di tanti turisti. Quest’antica dimora presenta molte delle caratteristiche dello stile architettonico orientale preislamico, come si può notare soprattutto sul lato frontale e posteriore, dove si trovano ampi archi a ferro di cavallo, riccamente decorati. I colori e le finiture evidenziano un’originale commistione di stili diversi, che rende ancora più straordinaria questa struttura.
Cosa narra la leggenda di Villa Schito
Nel corso degli anni, questa villa non è mai stata sottoposta a interventi di ristrutturazione, un aspetto che ha contribuito a conservarne intatto il fascino, ma anche l’eccentricità. Anche in virtù della sua particolarità e del suo essere diversa dagli edifici che la circondano, sono nate moltissime storie, alimentate continuamente dalla tradizione popolare. Tra queste, una pare aver avuto il maggior riscontro da varie testimonianze, tanto che è tutt’oggi raccontata a coloro che si apprestano a scoprirne i misteri. Si narra infatti che all’interno della villa abiti una donna che ogni notte uscirebbe dalla parte posteriore dell’edificio, ovvero quella che si affaccia sul mare, per suonare una melodia dolce e malinconica con il suo violino. Il motivo della tristezza della donna risalirebbe al secolo scorso, quando una coppia di nobili, caduti ormai in decadenza, abitava all’interno di Villa Schito. La loro convivenza durò un breve periodo e fu interrotta dalla necessità dell’uomo di partire per il mare, proprio dal piccolo porticciolo che si trova nella zona sottostante alla villa. L’uomo, accompagnato da altri che come lui erano alla ricerca di lavoro, si fermò per dare un ultimo saluto all’amata, conducendola sulla porzione della loggia affacciata di fronte al mare. Qui i due si sarebbero stretti in un lungo abbraccio, circondati dalla romantica cornice degli archi maestosi dell’abitazione. L’uomo avrebbe chiesto alla donna di continuare a fissare l’orizzonte e aspettarlo nello stesso posto fino al momento del suo ritorno. La donna avrebbe mantenuto fede alla parola data, rimanendovi ogni giorno fino alla propria morte e ingannando l’attesa con il suono di una melodia dolce e struggente al tempo stesso.
Scoprire Torre Suda e Villa Schito
Per quanto possa sembrare incredibile, la leggenda viene ancora oggi tramandata e le voci riguardo la sua veridicità si rafforzano in particolar modo nella stagione estiva, quando il numero di persone nei pressi della villa a Torre Suda aumenta esponenzialmente. Infatti, in molti affermano, a metà fra lo sconcertato e l’affascinato, di aver udito le note della melodia nel cuore della notte, pur senza riuscire a vedere nessuno suonare il violino. La bellezza di questa zona è resa ancora più magica in virtù di questa straordinaria leggenda. Da Corte del Salento potrai scoprire l’unicità di Torre Suda e di quest’edificio, che rappresenta una concezione estetica originale, frutto della volontà degli architetti dell’epoca di unire in maniera eclettica ispirazioni di vario tipo.