Torre Squillace, alla scoperta di una delle più antiche torri costiere del Salento
Il Salento è una terra apprezzata sotto molti punti di vista: il lato paesaggistico è quello più prorompente, con le spiagge lambite da acque cristalline e le distese di ulivi secolari. La bellezza di questo lembo meridionale della Puglia è anche legata alla sua storia, che ha lasciato sul territorio una serie di memorie ormai parte del patrimonio salentino: si pensi alle masserie, ai frantoi ipogei, alle neviere e alle torri costiere che punteggiano l’intera costa salentina, ricoprendo un ruolo fondamentale per la difesa delle popolazioni spesso vessate dai nemici provenienti dal mare.
Alla scoperta di Torre Squillace
Tra le torri costiere più belle e antiche di tutto il Salento c’è Torre Squillace, sita sul tratto costiero parte del territorio comunale di Nardò, incastonato tra Porto Selvaggio a sud e Porto Cesareo a nord.
Quella che i locali ancora oggi chiamano Scianuri è una torre costruita tra il 1567 e il 1570 da Pensino Tarantini, che per il lavoro fu ricompensato con ben 80 ducati: la costruzione fu progettata per renderla comunicante con le torri costiere più vicine, ossia quelle di Porto Cesareo e Torre S. Isidoro. Nonostante i documenti dell’epoca narrino di una Nardò molto fiorente intorno al XVI secolo, con la nascita di nuove costruzioni sia civili che religiose, la quiete era costantemente compromessa dai saraceni che spesso facevano irruzione in Salento, depredando e uccidendo. Le torri fanno infatti parte del sistema difensivo predisposto da Carlo V proprio per proteggere il territorio e la popolazione.
È questo il contesto in cui si inserisce Torre Squillace, che nel corso della sua storia, precisamente nel 1707, ha tenuto 16 marinai turchi nelle prigioni affinché scontassero la loro quarantena, evitando la diffusione della peste. Nel 1949 invece Torre Squillace divenne una postazione di artiglieria dei soldati italiani, fino all’armistizio, sopraggiunto nel 1949.
Torre Squillace presenta un corpo piramidale con base quadrata: il piano terra è privo di finestre, presenti invece nel piano superiore, raggiungibile tramite una scalinata rampante in pietra, retta su due arcate e aggiunta nel 1640.
In cima alla terrazza si trovava un’ulteriore torretta di avvistamento, oggi scomparsa, e la guardiola, che veniva occupata dal caporale e dal cosiddetto cavallaro: questo personaggio era colui che, appena i nemici si profilavano all’orizzonte, doveva montare a cavallo per avvisare la cittadinanza e gli altri armigeri. L’equipaggiamento delle torri costiere era infatti esiguo e poteva solo rallentare l’avanzata nemica: la presenza di piombatoie, ancora oggi ben visibili, servivano a versare olio bollente sugli invasori, in attesa di rinforzi.
All’interno di Torre Squillace si trova una grande camera con camino e volta a botte e, al piano inferiore, una cisterna.
Una torre costiera immersa nella natura a due passi da Porto Cesareo
Torre Squillace sorge in un luogo pressoché selvaggio e incontaminato, con la presenza dell’uomo praticamente nulla: tutto intorno si stende la macchia mediterranea e la costa rocciosa, bagnata da un mare straordinariamente cristallino parte dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo. Non sorprende che questo tratto di costa salentina abbia fornito l’ispirazione giusta a Lucio Battisti e Mogol, che proprio qui scrissero le celebri canzoni “La Canzone del sole” e “Acqua azzurra, acqua chiara”.
A due passi da Torre Squillace si può raggiungere la lussureggiante penisola La Strea, sul cui versante interno custodisce una splendida spiaggia costituita da piccole conchiglie: alle spalle dell’arenile si apre una profumata vegetazione fatta di lentischi, gigli di mare, timo in fiore, scilla marina e mirto. Sulla stessa penisola è possibile scorgere anche i resti di antichissimi insediamenti risalenti addirittura al XVIII a.C., appartenuti presumibilmente ai messapi e al popolo dei japigi.
Davanti alla penisola La Strea si trova l’Isola dei Conigli, gioiello naturalistico di Porto Cesareo, distante appena 5km e raggiungibile sia in barca che a piedi, quando la bassa marea lo consente. In passato vi si allevavano allo stato selvatico dei conigli, mentre oggi è una piccola riserva ricca di specie vegetali rarissime, tra cui l’iris revoluta specie, presente presso lo scoglio Su Mojusu.
Recandosi a Porto Cesareo, anticamente nota come Portus Sasinaedi, si può godere della splendida spiaggia sabbiosa lunga ben 17km, lambita dalle pescose acque del Parco Marino Nazionale. I fondali sono così cristallini e trasparenti che si può scorgere l’intensa vita marina tra tartarughe, coralli e soprattutto praterie di posidonia oceanica.