Il Griko: la lingua della Grecìa salentina
Le prime colonie greche si insediarono nel Salento all’epoca della Magna Grecia, nell’VIII secolo a.C., ma fu in epoca bizantina, a partire dal VI secolo d.C., che i greci approdarono in massa su queste coste. Essi costruirono nell’entroterra salentino una piccola rete di villaggi, nei quali innestarono le loro tradizioni, praticarono la loro religione (greco-ortodossa), esercitarono la loro cultura e naturalmente parlavano con il loro idioma. Nel corso della storia salentina, a seguito del sopraggiungere di altre civiltà (si pensi, ad esempio, agli angioini, agli spagnoli o agli aragonesi), questa piccola fetta di popolazione greca è stata dapprima influenzata e poi dominata dagli usi e costumi delle altre popolazioni (specie in ambito religioso: i cattolici soppiantarono radicalmente gli ortodossi), ritirando i propri confini geografici quanto culturali.
Il Griko, infatti, detto anche lingua “neo greca”, è il risultato di queste fusioni antropologiche. L’eredità ellenica è comunque tangibile in alcuni termini, si pensi, per citare dei casi più evidenti, all’articolo singolare neutro to, alla particella “come”, resa con kundu o sa se affermativa, con pos se interrogativa, o ancora a sostantivi come pedìa che traduce “ragazzo”.
Naturalmente, il grìko si continuò a tramandare anche per mezzo dei canti popolari (i traudìa) ispirati proprio alla mitologia greca, appartenenti o meno al genere della pizzica, musica che ha il suo epicentro proprio in questa zona.
Vi capiterà di imbattervi in frammenti di questa lingua minoritaria, riconosciuta anche dal Parlamento italiano, nei comuni di Calimera, Castrignano dei Greci, Corigliano d’Otranto, Martano, Martignano, Melpignano, Sternatia, Soleto e Zollino, che dal 1990, con il patrocinio dell’Unione Europea, si prodigarono per valorizzare e promuovere la cultura e le tradizioni del grìko. Nel 2007 si sono aggiunti Carpignano Salentino e Cutrofiano, rientrando nel L’Unione dei comuni della Grecìa Salentina, un ente locale con autonomia statutaria, nata proprio in quell’anno.
Oggi parlano in questa lingua per lo più gli anziani, ma è molto probabile ascoltare parecchi gruppi di pizzica con dei brani in grìko nel loro repertorio, specie nei festival appositamente organizzati per mettere in risalto l’indelebile traccia greca che ha marchiato il Salento.