Parco Costiero Regionale Naturale Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase
L’area protetta comprende il territorio comunale di diversi borghi, compresa la suggestiva zona di Punta Palascìa, che ha il primato di luogo più orientale dell’intera penisola italiana.
Il paesaggio
L’intera zona è caratterizzata dalla presenza delle grotte carsiche originate dall’erosione del mare e dall’azione di alcune sorgenti costiere.
Fra le tante grotte presenti in loco, spicca per bellezza e grandezza la celebre Grotta Zinzulusa, situata tra i comuni di Santa Cesarea Terme e Castro. Il nome della cavità deriva dal termine zinzuli, con il quale in salentino vengono chiamate le stalattiti e le stalagmiti che riempiono alcuni degli ambienti che costituiscono la grotta.
Le tre cavità principali sono tutte invase da acque trasparenti e molto fredde, sia di origine marina che sorgiva. Imperdibili i graffiti parietali risalenti al paleolitico e al neolitico, nonché le meravigliose falesie che caratterizzano questo tratto costiero.
Nell’entroterra spiccano le distese di macchia mediterranea, puntellate dalle celebri Pajare, le casette di pietra che i contadini utilizzavano per ripararsi dai temporali e dalla calura estiva.
Fauna e flora
Grazie alla sua estensione (oltre 3180 ettari complessivi) il Parco contiene una grande varietà paesaggistica e ambientale.
Le meravigliose falesie costiere proteggono specie floreali assai rare, alcune delle quali possono essere considerate endemiche del Salento: il fiordaliso di Leuca, il garofano salentino e la campanula pugliese.
Procedendo verso l’entroterra, a quote più elevate, ci si imbatte in un vasto altopiano dominato dalla macchia mediterranea e da alcuni splendidi boschetti di lecci e querce.
La fauna del parco è molto varia, grazie alla modesta antropizzazione presente in loco. A dominare la scena sono alcune specie di uccelli, tra i quali spiccano l’albanella, l’otarda minore, il gabbiano corallino e il falco pescatore.
Alcuni sporadici avvistamenti suggeriscono persino la presenza della foca monaca, specie in via d’estinzione di cui sopravvivono non più di 700 esemplari.