Le origini di Santa Maria di Leuca: il mito di Leucasia
La Leggenda
Si racconta di Leucasia, una bianca sirena estremamente bella che viveva nelle acque a sud di Castro. Lei aveva un canto melodioso e chiunque ascoltava la sua melodia ne restava catturato per sempre.
Un giorno Melisso, un giovane pastore, portò le sue pecore sino alla costa per poterle lavare e fu allora che Leucasia lo notò e cominciò a cantare, ma il pastore era molto innamorato della giovane Aristula e quindi resistette facilmente alla malia della sirena.
Leucasia allora, non accettando l’onta, meditò la più terribile della vendetta e il giorno in cui Aristula e Melisso si recarono insieme sugli scogli, la sirena scatenò su di loro una furiosa tempesta fatta di vento e onde altissime che travolsero inesorabilmente i due innamorati.
Melisso e Aristula morirono così annegati a causa dell’ira di Leucasia, che fece sì che i corpi dei due giovani fossero distanti l’uno dall’altro, alle estremità del golfo.
La Pietà di Minerva
Ma la dea Minerva assistette con estrema pietà alla terribile azione di Leucasia, e decise di renderli immortali tramutandoli in pietra, in quelli che oggi sono Punta Ristola e Punta Meliso, che sembrano quasi tendersi l’uno verso l’altra.
Ma anche Leucasia si tramutò in pietra per il rimorso: divenne la più bianca delle rocce, leukos appunto, cioè l’attuale Santa Maria di Leuca.
In onore di questa suggestiva leggenda, ai piedi della bellissima cascata monumentale, si trova una scultura realizzata da Mario Calcagnile e denominata “Trittico della trascendenza” raffigurante proprio Leucasia, la nuotatrice dei due mari ed infine l’angelo del Meliso.
Punta Meliso è caratterizzata dal Faro che guarda l’infinito del mare, mentre Punta Ristola è il luogo dove si aprono le più belle grotte salentine quali la Grotta delle Tre Porte, la Grotta del Bambino e la lugubre Grotta del Diavolo.