Le Cesine: Oasi naturalistica nel cuore del Salento
L’oasi di 380 ettari prende il nome da Segine (dal latino, zona incolta e abbandonata) perché era un luogo incoltivabile e inabitabile. Venne bonificata a fine 800, con la realizzazione di canali, che permettevano all’acqua dolce di fluire via nel mare e con l’impianto di specie arboree che avevano lo scopo di assorbire l’acqua rimasta.
Al suo interno ha due stagni, Salapi e Pantano Grande, separati dal mare da dune sabbiose. La sua vegetazione è caratterizzata da suggestive foreste di leccio e di querce vallonee e dalla grande pineta, ma anche da specie tipiche della Macchia Mediterranea bassa, che fornisce riparo e nutrimento ad uccelli, anfibi, rettili e mammiferi.
La riserva infatti è ricchissima di specie animali acquatici e terrestri, per questo è una tappa fondamentale per gli amanti della natura che si trovano nel Salento: sono numerosissime, tra gli altri, le farfalle, le raganelle, specie protetta di anfibi famosa per il canto notturno, il Rospo smeraldino, i tanti serpenti, lucertole e ramarri di varie specie, le numerose anatre, falchi di palude e gufi e ancora volpi, tassi, donnole e faine.
Per la complessa biodiversità, l’oasi è gestita dal 1980 dal WWF. Inoltre, di grande valenza storica è la masseria, costruita nel ‘600, la cui torre risale al ‘500 e permetteva il controllo del mare, grazie anche al collegamento visivo con le Torri di San Cataldo e con Torre Specchia.
Una visita alle Cesine vi permetterà di trascorrere una giornata piacevole, all’insegna del relax, dell’aria pura e a contatto con bellezze naturali di grande interesse.