La Grotta dei Cervi e lo splendido panorama di Porto Badisco
La bellezza selvaggia di Porto Badisco
Anche se gli storici propendono per la vicina Castro Marina come probabile luogo dello sbarco, Porto Badisco non perde un grammo del suo fascino, regalatogli dalla natura e dalla storia: non si dimentichi che fa parte del Parco Naturale Regionale Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase, che tutela incantevoli habitat dall’equilibrio delicatissimo.
Nato come borgo di pescatori, Porto Badisco sorge placido su un fiordo con pareti rocciose a picco su una pittoresca baia, tra l’iconico Capo Palascia e Punta Scuru: in soli 500 metri piccole calette sabbiose ed incontaminate si insinuano tra le rocce, bagnate da acque cristalline che man mano assumono decise tonalità di cobalto, laddove la profondità aumenta e diventa irresistibile per gli amanti del diving e dello snorkeling.
Alle spalle a dominare è il verde della vegetazione: qui la costa è punteggiata dagli immancabili ulivi e dai vivaci oleandri; ma non manca la profumata macchia mediterranea, tra timo, salvia, mirto e soprattutto specie endemiche tipiche del luogo, come il fiordaliso di Leuca o la campanula pugliese.
La Grotta dei Cervi: una finestra sul passato
Ma oltre alle meraviglie naturalistiche, poco lontano da Porto Badisco, è custodito gelosamente un vero gioiello storico assolutamente unico al mondo: la Grotta dei Cervi, scoperta negli anni’70 da un gruppo di speleologi-archeologi di Maglie. Si tratta di una grotta carsica lunga circa 3 km, lungo i cui tre corridoi vi sono decine di cunicoli e grotte ricche di stalagmiti e stalattiti.
E proprio in questi tetri antri è stato rinvenuto un complesso pittorico risalente al Neolitico, tra i più importanti d’Europa: i pittogrammi, conservati ottimamente, sono stati realizzati con semplice guano di pipistrello, tranne alcuni di epoca successiva in ocra rossa.
Essi riproducono principalmente scene di caccia con strane figure umanoidi nell’atto di tendere archi e scagliare frecce, e con tanti cervi rappresentati che hanno dato un nuovo nome alla grotta: inizialmente infatti venne chiamata Antro di Enea, in memoria dei racconti leggendari.
Gli archeologi scoprirono poi, in altre cavità, singolari figure geometriche, simboli magici e pittogrammi religioso-pagani con figure danzanti e sciamani. Le stanze più suggestive sono però quelle con impresse alle pareti decine e decine di impronte di mani, di uomini, donne e bambini: si può solo immaginare la sensazione e il fascino di ritrovarsi al cospetto di queste memorie di vita antichissima, che dimostrano come un’intera comunità viveva qui stabilmente secoli e secoli fa.
Soggiornando presso l’esclusivo Villaggio Corte del Salento, è possibile visitare le località gioiello del Salento, dalla vicina Sant’Andrea all’incantevole Porto Badisco.
Fonte Immagine: www.grottadeicervi.com