La cultura contadina del Salento: tra masserie, uliveti e vigneti
Nasce tutto dalla terra. Queste poche parole possono racchiudere la cultura contadina del Salento che attraverso le sue masserie, gli uliveti e i vigneti, sarà in grado di stupire qualsiasi visitatore.
Gastronomia e viticoltura sono il risultato straordinario del lavoro dei contadini del Salento. Attraverso la loro esperienza, derivata da antiche tradizioni, questi lavoratori della terra riescono tutt’oggi a produrre prodotti locali di altissima qualità.
Dalla frisa pugliese al Negroamaro
Il popolo salentino ama profondamente la sua terra. Le coltivazioni in questo angolo di Puglia derivano ancora da una cultura contadina ancorata ai valori del passato. Considerata dai propri abitanti come il “pane quotidiano”, la terra rossa del Salento è ricca di ossidi di ferro. Caratteristica particolarmente apprezzata per le coltivazioni a vigneto e per gli uliveti.
In passato, la carne e il pesce erano un lusso che i contadini non potevano permettersi. Il lavoro nei campi era durissimo. I massari avevano bisogno di alimentarsi e allo stesso tempo era necessario produrre un alimento che non potesse deteriorarsi durante le caldissime ore del giorno.
La frisa pugliese e il grano arso sono alcuni alimenti di questa terra che oggi consideriamo come gourmet, ma che fino a non molti anni fa erano considerati come il cibo dei contadini. La riscoperta di queste tradizioni della cultura contadina del Salento sta coinvolgendo un crescente numero di persone, che vogliono riscoprire i sapori che questa terra offre.
Le uve e le colture a vigneto erano già presenti in Salento prima e durante la dominazione dei greci. Successivamente furono i romani a esportarlo in tutto l’impero. Vini dalla forte tradizione contadina, amari e scuri, con un sapore deciso e tenace che ricordano il territorio e conquistano i visitatori.
Le masserie pugliesi, dove è nata la cultura salentina
Le masserie pugliesi sono un tipico esempio di comunità, al cui interno nasce la cultura contadina del Salento. Presenti nell’entroterra e lungo le coste, al loro interno avveniva la cura della terra e delle greggi, unendo le persone durante le dure giornate lavorative sotto il sole. Padrone e contadini con le loro rispettive famiglie, ognuno con il proprio lavoro, favorivano lo sviluppo delle masserie che diventavano vere e proprie corti autonome.
Abbandonate dopo l’ultimo conflitto mondiale, le masserie sono state riscoperte negli ultimi anni dalle persone che amano riscoprire i gusti del passato e della tradizione contadina. Aree padronali, stalle e locali dedicati a ogni tipo di lavoro nei campi, daranno modo al viaggiatore di scoprire una realtà affascinante da vivere a contatto con la natura.
Un ruolo fondamentale nella cultura contadina del Salento viene attribuito alle donne. Come per gli uomini, il duro lavoro nei campi e la raccolta delle olive erano, e in alcuni casi lo sono tutt’ora, il sostentamento principale della famiglia. Inoltre, le donne contadine del Salento si tramandano da anni le ricette dei piatti tipici, cucinati con passione e rispetto delle tradizioni.
In principio fu il trappetus
La cultura contadina del Salento è fatta anche di artigianato e di attrezzi utili alle coltivazioni più popolari. La scoperta di questa meravigliosa terra deve obbligatoriamente passare attraverso le antiche lavorazioni delle olive. Come per il trappito, tramite il quale i contadini frantumavano le olive già a partire dal 1400.
Questo attrezzo, seppur ancora in uso in alcune masserie, verrà sostituito dal frantoio e dalla forza animale. La cultura contadina del Salento ha il compito di salvaguardare il proprio patrimonio culturale come una riserva preziosa di conoscenze da tramandare alle future generazioni.
Non disperdere i valori rurali è un punto di partenza molto importante che può salvaguardare la biodiversità attraverso la coltivazione della terra e delle colture locali.