La collina delle ninfe e dei fanciulli: tracce di storia e di leggenda
Questi antichissimi monumenti in pietra sono legati ad una serie di antiche leggende tramandate di generazione in generazione.
Un luogo leggendario nel cuore del Salento
Tra le tante interessanti leggende legate alla Collina delle Ninfe e dei Fanciulli, ce ne è una che riguarda i filari di ulivi che circondano queste rocce: secondo questa storia mitologica, questi alberi sono dei pastorelli che vennero trasformati dalle ninfe, in seguito alla perdita di una gara di ballo. I bambini, ignari dell’appartenenza di queste creature alla stirpe fatata, provarono a dimostrare di essere i danzatori più bravi, fallendo però clamorosamente e pagando con questa severa punizione.
Durante la notte c’è chi giura di udire delle voci provenienti da queste piante: che siano proprio quelle dei bambini imprigionati nelle cortecce? Influenzati da questo racconto, i turisti e i giovani abitanti si dilettano sempre a cercare dei volti antropomorfi di questi fantastici ulivi.
Il Tempio delle Fate
Accanto ai bellissimi alberi di ulivi che caratterizzano la Collina delle Ninfe e dei Fanciulli, vi è un gruppo di rocce chiamato “il Tempio Delle Fate“, la cui visita veniva fortemente sconsigliata in antichità, al fine di evitare di essere sedotti da questi magici e splendidi esseri.
Due grossi massi sono inoltre dedicati ad una strega: uno viene chiamato “Il Fuso Della Vecchia” (assomiglia appunto a un fuso), dove questa donna, secondo una leggenda, era solita filare la lana e a elaborare i suoi riti magici (buoni o cattivi, in base alla sua volontà). Al termine di queste attività si andava a coricare su un altro masso, chiamato appunto “Il Letto Della Vecchia“.
Si racconta che sotto questo masso si nasconde la cosiddetta “acchiatura“: un tesoro costituito da una chioccia con 7 o 12 pulcini d’oro che simboleggia la fertilità, l’amore dei genitori verso i figli e la continuità della vita sulla Terra. L’oro rappresenta, inoltre, l’energia vitale e i raggi del sole che baciano questo luogo.
Per ottenerlo bisognava spostarlo con un dito nel giorno di San Giovanni oppure rispondere esattamente a 3 domande che la vecchia avrebbe posto appena sveglia il 24 Giugno: non bisognava però assolutamente distogliere lo sguardo dal suo o esitare nel fornire le risposte, pena la pietrificazione immediata.
Il Fuso della Vecchia e il Piede di Ercole
Il bellissimo masso, noto col nome di “Fuso della Vecchia”, ha forma di fungo e veniva considerato sacro dagli sciamani del Paleotico: era, infatti, grazie all’assunzione di questo vegetale che potevano raggiungere stati di coscienza alterata e mettersi in contatto con il mondo degli spiriti.
Questa pietra viene anche chiamata il “masso oscillante di Ercole”: la leggenda narra che questo mitico personaggio lo sollevò con un solo dito e lo scagliò contro i giganti ferendoli a morte. Questi ultimi andarono poi a morire lungo la costa salentina e furono risucchiati nelle viscere dalla Madre Terra.
Un altro masso a lui dedicato è quello nominato il “Piede di Ercole“, per via la sua forte somiglianza a un piede. Prima della venuta di Ercole, i giganti erano gli abitanti di questo luogo e ciò sembra spiegare il posizionamento di questi massi in determinate posizioni, impresa alquanto impossibile per comuni esseri umani.