Il Museo Faggiano a Lecce: Un incredibile viaggio nel tempo
La famiglia Faggiano, proprietaria di in un vecchio palazzo in centro a Lecce, aveva deciso di realizzarvi una trattoria. Ma l’umidità costante sulle pareti fa supporre una perdita di un vecchio collettore fognario, da riparare prima di effettuare i lavori di ristrutturazione. Il signor Luciano inizia gli scavi e quello che trova lo costringe a cambiare radicalmente i suoi obiettivi: altro che trattoria! La storia riaffiora prepotente e gli scavi proseguono sotto l’occhio vigile della Soprintendenza dei Beni Archeologici e la guida di due esperti architetti. Quello che sta per nascere è il Museo Faggiano.
Il viaggio nel tempo
A ritroso fino al basolato originario ad opera dei Messapi (V secolo a. C.), gli scavi mettono alla luce una serie di reperti storico-archeologici di grande valore. Molti di questi verranno trasferiti altrove, tra il Museo provinciale e il Castello di Lecce, ma ciò che rimane è sufficiente a testimoniare un excursus cronologico imponente.
Si mettono alla luce vasche di raccolta, si riaffaccia il corso del fiume Idume in fondo ad un pozzo di dieci metri interamente scavato a mano, una strada sotterranea, i resti di alcune capanne, delle tombe, un essiccatoio, un granaio, i resti di un convento francescano del XVI secolo, simboli ed iscrizioni appartenenti a varie epoche fino ad una comprovata presenza templare. Più di duemila anni di storia concentrati in un edificio aperto al pubblico e curato privatamente dalla famiglia Faggiano, che la rende disponibile anche per gli eventi culturali.
I Templari e il fantasma
È a cura di Giampaolo Buscicchio, restauratore e docente di Storia dell’Arte, una delle analisi dei rinvenimenti grafici nel museo, tra cui una inflorescenza esagonale, scolpita direttamente sulla roccia con un compasso in ferro e risalente al medioevo.
Ancora, nella torretta del belvedere, appare un simbolo grafico tracciato in ocra: un triangolo equilatero con all’interno disegnato un tempio, prevedibilmente salomonico e due figure, un uomo e una donna, che sorreggono una croce. Infine anche un fantasma sembra deliziare le vecchie mura del Museo Faggiano, un monaco, riconoscibile da un saio nero, almeno da quello che raccontano di aver visto i proprietari.