Il maestoso Mosaico Monumentale della Cattedrale di Otranto
La ricchezza della Cattedrale
La chiesa si affaccia con la sua sobria facciata su Piazza Basilica, e risale al XII secolo, anche se i continui assalti hanno portato a ripetute ricostruzioni.
Una delle incursioni più terribili da parte dei saraceni, ha avuto luogo nel 1480 quando questi trucidarono ben 800 cristiani. Le loro ossa e la “pietra del martirio” sono conservate all’interno, nella “Cappella dei Martiri“.
Ma tra i tesori della cattedrale, un posto d’onore spetta al mosaico pavimentale che occupa il presbiterio e la navata centrale: si tratta di un’opera sbalorditiva realizzata tra il 1164 ed il 1165 dal monaco Pantaleone per volontà del vescovo Gionata.
Il significato del mosaico è avvolto dal mistero: si pensa che l’albero della vita e le scene dell’Antico Testamento simboleggino il percorso che l’uomo deve fare per purificarsi dal peccato originale e arrivare alla salvezza. È comunque evidente la commistione fra culture diverse, orientali e occidentali, vista l’abbondanza di elementi, non solo religiosi, ma anche pagani e mitologici.
Un Mosaico da leggere
Al vertice dell’Albero della Vita c’è il peccato originale e la narrazione prosegue su ogni ramo e foglia. Sono raffigurati Adamo ed Eva e tra loro il serpente, e poi il crudele gatto di Losanna accanto a Caino e ad un addolorato Abele inginocchiato.
Ben chiara è rappresentata l’Arca di Noè con gli animali che salgono intervallati da figure ambigue come Alessandro Magno e un leone con quattro corpi. Non manca il Diluvio Universale e il Ramoscello d’ulivo che è il simbolo della pace.
Tra i personaggi più criptici c’è l'”Archivolto di re Artù“, il mitologico sovrano con uno scettro ricurvo e in groppa ad un caprone. Bellissime sono poi le raffigurazioni dei 12 mesi dell’anno scritti in latino e caratterizzati dalla presenza di cifre arabe accanto a figure geometriche.
Molte sono le figure animali presenti nel mosaico, ad esempio un leopardo alato, un unicorno, i cavalli, simboli della passione tentatrice, fino agli elefanti che sorreggono l’albero a simboleggiare la forza morale dell’uomo nella continua lotta tra il bene ed il male.