Il “fiume nascosto” del Salento: L’Idume a Lecce
Lecce è una delle città più antiche e belle del sud Italia. Fondata prima di Roma, era già abitata nel lontano 3000 a.C. dai Messapi, un popolo arrivato qui dai Balcani.
La città deve gran parte della propria fama al periodo tra il XVI e il XVII secolo, durante il quale, sotto la dominazione spagnola, divenne la capitale del barocco: gli artisti locali diedero libero sfogo alla loro creatività, realizzando decorazioni e sculture ineguagliabili .
Oggi, Lecce è una città dal vivace panorama culturale e sociale, con il profumo dei caffè, i bistrot e i ristoranti alla moda, oltre alle numerose attività di cui godere all’aria aperta. Durante un soggiorno da queste parti, sarà impossibile non innamorarsene.
In questa meravigliosa terra salentina le sorprese sono sempre dietro l’angolo e, a volte, anche sotto i propri piedi!
Le acque dell’Idume nella Lecce sotterranea
Molti avranno sentito parlare dei numerosi passaggi segreti al di sotto della città che collegano i vari castelli da un luogo all’altro, attraverso i quali i reali potevano fuggire inosservati in caso di assedio.
Tuttavia, in pochi sapranno che nella parte sottostante al magnifico centro storico di Lecce scorre un fiume sotterraneo dalle cristalline acque. Il fiume Idume attraversa silenzioso la città per 7 km, proprio sotto numerosi edifici antichi come il maestoso castello di Carlo V; se ne può vedere un tratto di persona presso il Museo archeologico Faggiano, dove si mostra all’interno di un’antica cisterna profonda 10 metri.
Un altro punto in cui si palesa agli occhi dell’uomo, è nei sotterranei dello splendido Palazzo Adorno, oggi sede dell’Amministrazione Provinciale della città di Lecce: qui si presenta come una piccola piscina naturale dall’acqua calma e limpida.
La famiglia Adorno in passato ebbe l’opportunità di utilizzare le fresche acque del fiume proprio come una piscina mentre, molte altre famiglie, dovettero farle costruire artificialmente. Si ritiene, inoltre, che intorno al 70 d.C. venisse utilizzato dalle comunità ebraiche come luogo di purificazione e svolgimento dei propri rituali sacri (miqwe): una prova tangibile di questi passaggi è data dalle iscrizioni in ebraico incise sulle pareti della sala ipogea dove è presente la fonte. È possibile osservare dei serbatoi in cui venivano custodite le derrate alimentari da preservare al fresco.
Il percorso del fiume Idume e i suoi riferimenti nella storia
I primi riferimenti a questa gemma naturale nascosta furono del filosofo romano Plinio il Vecchio nella sua opera Tabula Peutingeriana. Testimonianze più certe risalgono al XVII secolo, quando il letterato Ascanio Grandi nel suo poema Patrio Idume, lo descrive come un fiume ignoto consacrato alle ninfe.
Fuori dalla città, le acque della falda acquifera profonda riemergono in superficie e si mescolano a quelle superficiali, risalendo attraverso cavità naturali per poi formare le sorgenti che alimentano il bacino dell’Idume.
Prima di sfociare nel mar Adriatico serpeggia tra le dune ricoperte di macchia mediterranea nei pressi di Torre Chianca, bellissima torre di guardia edificata nel XVI secolo per la protezione del territorio salentino dalle invasioni saracene. Nel suo tratto finale il bacino accoglie la rara pianta della Salicornia Strobilacea e il fiore di Narciso Nostrale.
Il fiume Idume: tra miti e leggende
Sono diverse le storie fantastiche che ruotano attorno a questo luogo misterioso: secondo alcuni le acque del fiume sarebbero magiche nonché abitate da folletti e spiritelli udibili all’interno dei vari pozzi cittadini.
Un’altra leggenda è quella del pianto straziante di mezzanotte: negli ultimi anni, alcuni guardiani di Palazzo Adorno hanno ripetutamente dichiarato di aver sentito il pianto di un bambino nella notte. Secondo la leggenda, molti anni fa, un bambino, figlio di un ufficiale, cadde in uno dei pozzi per via di un tragico incidente e il suo corpo non fu mai più ritrovato.
Durante le indagini, nei sotterranei sottostanti sono stati sentiti dei gemiti e la presunta voce di un bambino che sembrava pronunciare la parola “papà”.
Sarà stato lo spirito del bambino alla ricerca del padre?