I monasteri più belli da visitare in Salento
Il Salento, con la sua costa lunga più di duecento chilometri, è sicuramente considerata una vera e propria “regione nella regione”, soprattutto per l’alto numero di comuni che vi fanno parte, spesso molto piccoli ma che racchiudono secoli di storia e tradizioni.
Il Salento: terra di storia e cultura
Non solo mari e sagre, ma il Salento è conosciuto anche per il diverso numero di monasteri presenti sul territorio, che hanno contribuito a dare a questa zona una inesauribile fonte di cultura, mescolata alla storia e alle tradizioni pugliesi.
Andremo quindi a vedere come, a seconda delle varie località, si possono raccogliere diverse notizie storiche su questi organismi architettonici abitati ancora oggi da attive comunità religiose.
Essi offrono anche spunti di approfondimento sui personaggi che hanno influenzato la vita in questi complessi.
Di uguale importanza sono le opere d’arte in essi presenti così come le testimonianze della lunga dominazione dell’impero bizantino sull’area del Salento.
L’arte di questo popolo, infatti, si è espressa in molte chiese e cripte che ancora oggi possono essere visitate. Alcune di esse hanno conosciuto delle significative modifiche o anche vere e proprie sostituzioni con stili successivi.
I monasteri salentini più belli
Fare una classifica di tutti i monasteri presenti sul territorio del Salento è abbastanza difficile. Si può, però, fare una sintesi citando quelli che sono considerati, senza alcun dubbio, i più affascinanti e ricchi di storia.
I monasteri di Lecce e dintorni
Alle porte della città, nei pressi della Chiesa dei Santi Nicolò e Cataldo, è presente il Monastero degli Olivetani, antico edificio religioso costruito tra il 1171 e il 1174 dall’Ordine dei Benedettini neri. Il suo nome, infatti, è dovuto proprio alla presenza dei benedettini provenienti dal Monte Oliveto.
Giunti a Lecce nel 1494, hanno abitato questa struttura, modificandola secondo le loro esigenze. Successivamente è stato infatti realizzato il bellissimo chiostro a colonne binate che circondano il pozzo a baldacchino, il cui intero lavoro è stato realizzato da Gabriele Riccardi.
Le modifiche proseguirono fino al ‘700. Un secolo dopo, a causa della soppressione di molti ordini religiosi, il monastero è stato acquistato dal Comune di Lecce.
Venne usato in principio come sede dei pubblici uffici e poi, successivamente, come ospizio per i mendicanti.
Ad oggi, la struttura, affidata all’Università di Lecce, è stata restaurata ed è diventata centro culturale che attrae turisti di ogni luogo.
Restando nei dintorni di Lecce, vi è poi il Convento dei Francescani Neri a Specchia, edificato nel 1531 e rinnovato in parte nel ‘700 per adeguarlo al gusto dell’epoca.
Nel primo altare a destra è possibile ammirare lo stemma dei Protonobilissimo, mentre nel secondo altare a sinistra possiamo scovare alcune reminiscenze del Risorgimento.
L’anno successivo alla sua edificazione, ha conosciuto la costruzione della Cappella Santa Caterina Martire, affrescata in maniera sublime con scene della sua vita e del suo martirio.
Il convento conobbe diversi interventi e modifiche, fino ad arrivare a quelli risalenti al 2004, dove è stata trasformata come luogo per eventi culturali.
A pochi passi da piazza Sant’Oronzo, invece, possiamo trovare il monastero di Santa Chiara, fondato tra il 1410 e il 1430 da Tommaso Ammirato, vescovo di Lecce, e costruito sulle rovine di alcune case.
Le condizioni di questo monastero andarono, nel corso degli anni, sempre più peggiorando tanto da dover rendere necessario la sua demolizione e la completa ricostruzione.
I monasteri di origine bizantina: l’Abbazia di San Nicola e di Cerrate
Arrivando ad Otranto, invece, possiamo trovare quello che fu definito come il più importante monastero del meridione: l’Abbazia di San Nicola di Casole.
Fu edificata nell’anno 1098 da Boemondo I, divenne, col tempo, un importante centro letterario dove si trattavano sia argomenti religiosi che profani e dove la lingua madre era quella bizantina.
È curioso specificare che fu proprio questo circolo letterario a far sì che la lingua greca continuasse ad essere parlata, specie nelle zone di Otranto.
Nel 1480 il monastero fu distrutto a causa dell’assedio dei Turchi e venne ricostruita da Papa Clemente VII che ricostruì solo la chiesa, successivamente abbandonata e di cui oggi è possibile ammirare le affascinanti rovine.
Altro monastero che ha conosciuto l’influenza bizantina è l’Abbazia di Cerrate, fondata, secondo i dati storici, tra la fine del XI e gli inizi del XII secolo.
La leggenda vuole che la sua fondazione sia avvenuta in seguito ad una visione del re Tancredi d’Altavilla, conte di Lecce, a cui apparve l’immagine della Madonna durante una battuta di caccia.
L’Abbazia, nel corso dei secoli, è stata ampliata fino a divenire uno nei centri monastici più importanti del meridione. Il complesso comprendeva, oltra alla chiesa, le stalle e gli alloggi dei contadini, oltre che ad un pozzo, un mulino e due frantoi ipogei.
Anche questa Abbazia ha conosciuto il saccheggio da parte dei turchi nel 1700, conoscendo, di conseguenza, un lungo periodo di abbandono.
In tempi moderni, i restauri hanno anche permesso di riaprirla ed è nuovamente visitabile, dando la possibilità di ammirare un grande esempio di architettura pugliese, arricchita da importanti affreschi del mondo bizantino.