Gnummareddhi o turcinieddhi: i sapori del Sud alla griglia
Quando si parla di specialità gastronomiche del Meridione si tende a pensar subito ai piatti di pesce, pietanza che a Sud abbonda all’insegna della varietà e della massima qualità.
Anche le carni, tuttavia, rientrano tra i piatti tipici locali più importanti delle regioni del Sud e un esempio lampante sono i cosiddetti turcinieddhi. Vediamo di cosa si tratta.
Turcinieddhri: denominazioni e storia
Questa specialità di carne è piuttosto diffusa in molte regioni meridionali tra le quali si possono riscontrare alcune significative varianti, sia a livello di preparazione che di denominazione: turcinieddhi (o turcinieddhri) è, ad esempio, la denominazione tipica del Salento, gnummareddhi è adoperato principalmente in Basilicata, ma anche nel Basso Salento, nghiemmeridde nel barese, altri termini per riferirsi alla medesima specialità sono mboti, turcinelli ed altri ancora.
È probabilmente il Salento la terra in cui la tradizione nei confronti di questo piatto è maggiormente sentita e a riguardo si può svelare una curiosità: il gruppo musicale salentino Sud Sound System, noto in tutta Italia soprattutto per successi come Le radici ca tieni, nei primi anni di carriera lanciò una canzone che si chiamava proprio come questo piatto di carne!
I più sono convinti del fatto che questo piatto abbia origini davvero antichissime: non è semplice, da questo punto di vista, essere precisi, ma c’è anche chi ritiene che questi gustosi involtini fossero preparati perfino ai tempi della civiltà mesopotamica, per la quale in effetti l’allevamento ovino era un’attività di assoluta importanza.
Chiuse queste interessanti digressioni, scopriamo cosa sono i turcinieddhi e come possono essere gustati.
Cos’è e come si prepara questo piatto di carne
I turcinieddhi si presentano come dei piccoli pezzi di carne dalla forma tozza, caratteristica che li rende ideali non solo come classico secondo piatto, ma anche come antipasto o come aperitivo.
I turcinieddhi sono degli involtini grigliati preparati con interiora e membrana peritoneale di agnello, avvolti con il relativo budellino.
Nello specifico, la preparazione prevede dapprima uno scrupoloso lavaggio delle interiora, le quali devono essere lasciate “riposare” per alcune ore affinché divengano perfettamente asciutte. In seguito, le interiora vanno sminuzzate e mescolate con gli altri ingredienti, dopodiché si può creare l’involtino aiutandosi con i classici spiedini.
Quanto ai condimenti, tradizione vuole che i turcinieddhi vengano insaporiti con sale, pepe e prezzemolo, tuttavia non sono rare altre varianti: in alcune occasioni, ad esempio, questo piatto di carne viene arricchito anche con del formaggio.
Difficilmente i turcinieddhi superano i 10 cm di lunghezza, anzi spesso sono ancor più piccoli, tuttavia in alcune zone del Sud, come nelle zone di Ostuni, si preferisce proporli in dimensioni più grandi.
I turcinieddhi tra preparazioni casalinghe e degustazioni nei ristoranti
Questa specialità di carne è davvero un’icona del Salento e, più in generale, di una buona parte del Mezzogiorno.
È molto frequente la preparazione dei turcinieddhi a livello domestico, anche in considerazione del fatto che si tratta di un piatto piuttosto semplice da realizzare, nonché piuttosto economico rispetto ad altri tipi di carne.
Allo stesso tempo, ovviamente, ci sono mille possibilità di consumare dei turcinieddhi mangiando fuori: questo piatto è spesso trattato dai ristoranti, ma è senz’altro più vicino alle proposte di una braceria, di una trattoria o di un’osteria casereccia, piuttosto che a quelle di un ristorante raffinato.
Quanto al suo gusto, molto ricco ed intenso, non si può far altro che provarlo!