La Leggenda della “faccina” nel centro storico di Lecce
Vi è a Lecce una testimonianza d’amore di cui non si parla molto, e il suo essere avvolta fra realtà e leggenda rende questo amore ancora più interessante. I più attenti a Lecce l’avranno notata: si tratta del volto scolpito nello spigolo di un antico palazzo del centro storico. A chi appartiene quel volto?
I due amanti
I nomi dei protagonisti di questa storia sono sconosciuti, come lo sono gli anni in cui sono svolte le vicissitudini. Sono arrivate a noi solo le poche informazioni necessarie.
Nel palazzo di via Federico D’Aragona e in quello a cui si affaccia, vivevano un ragazzo e una ragazza. I due giovani passarono la loro giovinezza alle finestre delle proprie camere, a nutrire di sguardi e parole il loro amore.
Un amore che pian piano cresceva, ma che i ragazzi non potevano vivere per il volere della famiglia della fanciulla. Il padre della ragazza, infatti, si dimostrò talmente contrario al loro rapporto, tanto da prendere la decisione di murare la finestra.
La donna, per la disperazione, si uccise. Alla ricerca di un suo ricordo, il giovane commissionò una scultura sullo spigolo di quel palazzo, che a malincuore ben conosceva. Fu il suo unico modo per continuare a vederla tutti i giorni.
La nonna di Sigismondo Castromediano?
Vivere un amore shakespeariano non è un’esperienza di cui chiunque può vantarsi. È questo il motivo per cui vi è una seconda leggenda, non tanto tragica quanto la prima.
Alla base di questa vi è la nonna di Sigismondo Castromediano, l’archeologo e patriota leccese a cui è è dedicato anche un museo in città. Secondo la teoria, il marito dedicò questa scultura alla nobildonna in seguito alla sua morte.