La fusione del mare Adriatico e Ionio nel Capo d’Otranto (Punta Palascia)
Proprio qui, sul bordo estremo di tutta Italia, sorge uno dei cinque fari del Mediterraneo tutelati dalla Commissione Europea.
L’incontro dei due mari e il fantastico paesaggio
Capo d’Otranto vive il suo momento di maggior flusso di turisti in una notte d’inverno, la notte di San Silvestro. Ogni anno infatti, un gran numero di persone si riunisce a Punta Palascia per ammirare l’alba del nuovo anno, al cospetto di uno spettacolo unico al mondo.
Per via della sua collocazione, questo scorcio spettacolare non è facilmente raggiungibile e quest’aspetto lo rende un luogo speciale, intimo e silenzioso, perfetto per chi desidera stare in pace tra il mare e la natura circostante, lontano dai rumori delle affollate spiagge circostanti.
La specialità di Capo D’Otranto non riguarda solo il panorama spettacolare che si ammira dal faro, ma comprende anche il fascino della vegetazione spontanea, tipicamente mediterranea, che si trova nella punta del Salento.
Per gli amanti della natura, sarà molto gradevole fare una passeggiata tra le rocce e la flora mediterranea, lungo il percorso che porta al faro. Proprio dal faro si può ammirare la fusione dei due mari, che, secondo alcuni racconti degli abitanti, si può ammirare in alcune circostanze climatiche.
Il faro, in seguito ai lavori di ristrutturazione, ha assunto un certo interessante dal punto di vista architettonico, oltre ad essere ovviamente, un riferimento per le imbarcazioni. All’interno è stato anche istituito un museo multimediale del mare, dove i visitatori potranno ricevere interessanti informazioni sulla fauna e la flora della zona.
Nel territorio di Punta Palascia è situata la Grotta dei Cervi, importantissima sia dal punto di vista naturalistico e archeologico, che dal punto di vista etnografico; infatti deve il suo nome alle raffigurazioni di scene di caccia (tante quelle raffiguranti i cervi).
La Grotta spunta su un litorale caratterizzato da pareti rocciose a strapiombo e da piccole baie e non può essere visitata all’interno, a causa dei rilevanti reperti archeologici rinvenuti. Infatti, essa è ricca di numerosi graffiti, manufatti e ceramiche che raccontano le storie di coloro che abitavano questo luogo più di 4.000 anni fa, oggi ancora oggetto di studio.